SPUNTI PER RIFLETTERE: L’emergenza comunicativa e l’importanza della socialità

Dal settimanale diocesano “L’azione”, un appello al pensiero critico e al valore dell’amicizia

Appello al pensiero critico 

L’EMERGENZA COMUNICATIVA DI QUESTO PERIODO

Quel che suggerisce il termine “emergenza” è proprio l’emergere: evoca qualcosa che non si riesce a contenere, che con le risorse ordinarie non riusciamo a gestire. La pandemia, oltre a essere a tutti gli effetti un’emergenza di natura biologica, con rischio sanitario, ha fatto emergere la nostra vulnerabilità anche comunicativa. La cosiddetta ”infodemia”, ovvero la diffusione incontrollata dei contenuti che spesso ha lasciato notizie e dati alla libera interpretazione (quando non li ha strumentalizzati), ci ha travolto. Capirne alcune dinamiche può permetterci di guardare a un presente di maggiore consapevolezza, dato che la pandemia stessa non è ancora terminata, anzi. Iniziamo, quindi, dalla comprensione delle criticità.

L’infodemia ha fomentato la generazione e divulgazione di fake news, notizie false e fuorvianti create ad hoc per suscitare la curiosità più morbosa, essere clic- cate, generare flussi di visibilità e quindi ad alto valore economico, ma anche per polarizzare opinioni e spingere ideologie. In secondo luogo, ci si è trovati spesso di fronte a una narrazione bellica: eroi in trincea, combattere il virus, bollettino di guerra (parlando delle conferenze stampa giornaliere tenute dal Dipartimento di Protezione Civile durante la fase acuta dell’emergenza).

Infine, come conseguenza del senso di controllo nella gestione della comunicazione che le moderne tecnologie digitali favoriscono, è stato grandemente percepito il diritto di ricevere informazioni (legittimo, dato il rischio per la salute) e il diritto di poter dire la propria, considerandosi adeguatamente formati e informati per farlo.

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L’amicizia, esperienza di cittadinanza

PIETRO DEL SOLDÀ: “SOCIALITÀ BENE PREZIOSISSIMO”

L’ amicizia, oggi più che mai, oltre ad una relazione affettiva, diventa un’esperienza esistenziale di cittadinanza.

In un’epoca in cui si è persa buona parte della socialità, spesso per lasciar posto a posizioni di chiusura ed arroccamento pericolose, Pietro Del Soldà, giornalista, ricercatore e docente universitario, filosofo e autore di numerose pubblicazioni, rispolvera il pensiero degli antichi per proporre una rivisitazione dell’amicizia e quindi delle comunità e delle città.

Nel suo ultimo libro “Sulle ali degli amici”, riprende gli spunti della filosofica antica, apparentemente lontana da noi. Socrate in particolare, tocca i nodi del rapporto con gli altri, della libertà. «La libertà non è sfogo individuale ma qualcosa che si costruisce assieme agli altri – spiega Del Soldà –. La socialità è un bene preziosissimo che dà spazio alla nostra dimensione politica».

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