Parrocchia di Campomolino
La Chiesa di Campomolino ha origini molto antiche come dimostra un documento del 1295 che cita Terra Sancti Laurenti de Campomolino.
L’indagine archeologica realizzata durante gli ultimi lavori di restauro (1998-2001) ha confermato un impianto antico costruito su una precedente struttura di età romana poi distrutta a causa di un incendio.

La prima chiesa fu ampliata in pianta sul finire del ‘500 e, nel secolo successivo, fu costruito il campanile al suo interno.
L’attuale forma e gran parte delle finiture, derivano dagli interventi di restauro e trasformazione della metà del ‘700. In questo periodo la chiesa fu infatti sopraelevata e realizzato il soffitto che fu’ poi affrescato da E. Dall’Oglio. Nello stesso periodo fu’ realizzata la cantoria sopra l’ingresso principale dove ha trovato posto l’organo di A. Da Re.
Il campanile, che agli inizi del ‘900 si trovava ancora all’interno della chiesa posto nell’angolo sinistro della facciata, fu demolito e riedificato all’esterno a pochi metri dalla posizione originale.
Il restauro
La Chiesa di San Lorenzo è una delle poche strutture pervenute fino ai nostri giorni incontaminate dai restauri dell’Ottocento e Novecento.
L’interno dell’edificio presenta un’unica navata divisa dal presbiterio da una balaustra e da tre gradini e conserva quasi tutte le opere d’arte con cui è stato ornato nei secoli.
Ecco di seguito una piccola descrizione.
1- Affresco di Cristo Crocefisso, rinvenuto durante gli
ultimi lavori di restauro, risale al XVII e rappresenta Cristo Crocifisso con
ai suoi piedi un frammento della figura di S. Giovanni.
2- Altare dedicato al Crocefisso, ospita una scultura
lignea rappresentante Cristo Gesù che vela in parte le esili colonne trattate
con preziosi intarsi marmorei rappresentanti il crocefisso.
3- Altare dedicato alla SS. Trinità, risale al XVII secolo,
opera recentemente attribuita al Ghirlanduzzi. Ospita la pala della SS.
Trinità, realizzata da un ignoto artista appartenente alla
Scuola Veneta. Nella pala si possono riconoscere S. Paolo, a destra, S. Pietro,
a sinistra, ed in alto il Padre Eterno circondato di luce , con le braccia
aperte per sorreggere la croce del Cristo. S. Paolo si presenta con abito verde
e manto rosso che regge un libro; mentre S. Pietro è vestito con abito
verde e manto ocra e con in mano un grosso paio di chiavi.
4- Pala de L’ultima Cena, collocata sul lato del
presbiterio, risale al 1700 ed è attribuita a Francesco Da Re.
5-6-7 Altare maggiore, altare ligneo dorato, opera di un
ancora ignoto scultore del XVII secolo. Ospita tre pale:
S. Giovanni Battista (5), rappresentato con la mano
destra alzata in segno di benedizione, mentre la sinistra regge il bastone
crocifero e il cartiglio con l’iscrizione “Ecce Agnus Dei”, è opera di Pomponio
Amalteo (1568);
La Madonna con Bambino in cielo tra S. Teresa d’Avila S. Lorenzo e S.
Matteo Evangelista (6), realizzata da E. Dall’Oglio nel
1770, si trova al centro dell’altare maggiore. I tre santi raffigurati nella
pala sono facili da identificare grazie ai loro vestiti e alla presenza dei
loro simboli: S. Teresa si riconosce per gli abiti religiosi, S. Lorenzo
per la dalmatica riccamente decorata e per la graticola, simbolo del suo
martirio, S. Matteo per essere affiancato dall’Angelo e per reggere tra le mani
la penna d’oca e il libro.
S. Pietro (7), rappresentato con una tunica grigio
viola e un manto color ocra e con in mano le chiavi ed un libro, risale al 1568
ed è opera di Pomponio Amalteo.
8- Pala de La Natività, collocata sul lato sinistro del
presbiterio è stata realizzata nel 1700 ad opera di Francesco Da Re.
9- Altare della Vergine dei Battuti, ospita l’opera
attribuita al Moretto da S. Vito al Tagliamento, La Madonna allattante tra
i Santi, realizzata attorno al 1700.
10- Altare della Vergine del Rosario
11- Fonte Battesimale, risale al XVII secolo, per opera
del Ghirlanduzzi. Alla sommità si trova una piccola statua di S. Giovanni
Battista con in mano una ciotola. Recentemente è stata rinvenuta qui accanto
una piccola nicchia, un tempo utilizzata per bruciare l’ulivo benedetto.
12- Storico organo, opera di Antonio Da Re del 1762,
interamente meccanico ed integro, è un interessante esempio dell’arte organara
veneta del ‘700.
13-14 Ciclo di cinque affreschi del soffitto realizzati da
E. Dall’Oglio nel periodo tra il 1761 e il 1765. Partendo dal presbiterio il
primo affresco che si incontra è L’Esaltazione
dell’Eucaristia che mostra un angelo che porta in gloria
l’Eucaristia circondato da altri angeli. Nei pressi della gradinata
riconosciamo la figura di S. Giuseppe nel dipinto La Gloria di S.
Giuseppe. La presenza di un angioletto alato, le cui gambe
sono realizzate in stucco bianco e sporgono dal dipinto, è la particolare
caratteristica di quest’opera. L’ampio affresco centrale raffigura la SS.
Trinità. Nella parte in basso dell’opera spicca il gruppo
dei santi alcuni dei quali stanno guardando la scena additata da S. Lorenzo. Le
nubi al centro accolgono gli angeli musicanti, mentre sopra di loro
appare la Madonna inginocchiata in adorazione di fronte alla SS. Trinità: al
centro il Padre Eterno e alla destra il Cristo con la croce. La quarta cornice
accoglie La Gloria di S. Lorenzo, rappresentato
con accanto la graticola del martirio. L’ultimo affresco risulta in parte
schermato dall’organo e rappresenta La Fede con
sembianze di donna che regge con il braccio sinistro la croce e con il destro
un libro.
15- Affreschi raffiguranti S. Francesco e S. Giovanni, risalenti
al ‘400 e venuti alla luce durante l’ultimo restauro.
16- Crocifisso Ligneo risalente al XVII secolo.
Capitello dedicato alla B.V. Maria Ausiliatrice e a S. Giovanni Bosco e breve storia del Molino Santuz
Il Capitello fu costruito nell’anno 1966 dai F.lli Santuz, nel segno della devozione che è propria della loro famiglia. Si trova in località ‘Restejuzza’, nella frazione omonima del territorio comunale di Gaiarine, tuttavia i residenti della borgata storicamente sono da sempre collegati con la parrocchia di Campomolino.
Nelle immediate adiacenze sorge tuttora lo storico edificio del molino azionato ad acqua, condotto per lunghi anni dalla stessa famiglia in capo a più generazioni. Le operazioni tipicamente svolte erano la molitura dei cereali, la trebbiatura e l’aratura dei terreni per conto terzi. Un trafficato centro di attività connesse a sostegno dell’agricoltura insediata nel vicinato.
