“PACEM IN TERRIS”, Giovanni XXIII la spiegò a tutti così

Nel 60.mo di pubblicazione dell’enciclica, l’11 aprile 1963, riproponiamo le parole che dal giorno della firma e in vari interventi e udienze successivi Papa Roncalli pronunciò mettendo in risalto le novità e gli aspetti del documento che più gli stavano a cuore: “Preghiamo tutti i governi di non rimanere sordi a questo grido di umanità”

La scintilla

È il 25 ottobre 1962, apice della crisi dei missili a Cuba, del frangente in cui il dito delle due superpotenze, Usa e Urss, sta sfiorando il pulsante dell’olocausto nucleare. Il giorno prima il sistema di allerta statunitense era passato a DEFCON 2, quello immediatamente sotto alla guerra atomica e dunque, mentre il mondo trema, Giovanni XXIII decide di indirizzare una vera e propria supplica a “chi ha la responsabilità del potere”. Parla in francese, la lingua della diplomazia internazionale, citando un pensiero che aveva rivolto in un altro contesto e che suona così:

“La main sur la conscience…
Con la mano sulla coscienza, ascoltino il grido angoscioso che da ogni punto della terra, dai bambini innocenti agli anziani, dai singoli alle comunità, sale verso il Cielo: pace! Pace”.

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(fonte: Vaticannews.va)

L’enciclica PACEM IN TERRIS in sintesi

11 aprile 1963 – 11 aprile 2023 – Un’enciclica attuale e profetica: la Pacem in Terris di san Giovanni XXIII, firmata 60 anni fa, si rivolgeva a tutti gli uomini e donne di buona volontà. Ce ne parla mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania e Presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici in Italia.

Per conoscere il testo integrale dell’enciclica “Pacem in terris“, clicca qui.